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In Turchia una città riscaldata dai pistacchi

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Tra la Turchia e la Siria, in un’area di 3.200 ettari racchiusa tra le città di Gaziantep e Kilis, potrebbe sorgere in poco più di cinque anni, la prima greencity alimentata dalle bucce dei pistacchi. Terza produttrice al mondo di pistacchi della varietà Antep, la città di Gaziantep basa oggi buona parte dell’economia regionale su questa fonte di guadagno.
Un progetto unico e particolare, gli edifici saranno riscaldati e raffreddati bruciando i gusci dei pistacchi. Un lavoro svolto dalle centrali a biomasse, che permetteranno una produzione di energia pulita e quasi illimitata.

La Turchia è terza al mondo per la produzione di pistacchi di Antep, qualità che prende il nome dalla città dove la sua coltivazione è più diffusa, riferisce la Fao. Parlando all’agenzia Anadolu, il responsabile energetico del Comune, Aysegul Tekerekoglu ha detto che la nuova città verde utilizzerà varie forme di risparmio energetico, come giardini sui tetti, energia solare, sistemi di raccolta delle acque piovane e raccolta dei rifiuti differenziata. Secondo i dati dell’ufficio statistico turco Turkstat la Turchia nel 2012 ha importato il 75% del suo fabbisogno energetico.

La società d’ingegneria francese BURGEAP, ha ingegnosamente pensato di riciclare le bucce scartate dei pistacchi per produrre energia pulita in loco ed alimentare così buona parte della città. L’ingegnosa idea del team francese sfrutterebbe il potere calorico delle bucce di pistacchio, pari a 19,26 MJ per kg, per generare energia pulita utile a riscaldare in inverno e raffrescare d’estate decine di ettari di edifici pubblici.

Entro il mese prossimo la municipalità di Gaziantep dovrebbe ricevere lo studio di fattibilità del progetto, per passare quindi alla fase operativa che potrebbe addirittura concludersi in soli 5 anni. Oltre ad essere alimentata grazie alla biomassa prodotta dai pistacchi, la greencity doterà tutti gli edifici di pannelli fotovoltaici, di sistemi per il corretto smaltimento dei rifiuti, di un bacino di raccolta e recupero delle acque piovane, di un impianto per il trattamento delle acque grigie, per trasformarsi in una vetrina dedicata alla progettazione urbana sostenibile.

La sperimentazione green di Gaziantep in realtà è già iniziata con la costruzione di una serie di bioarchitetture ad alta efficienza che sono state in grado di aggiudicarsi numerosi riconoscimenti a livello internazionale. Primo fra tutti, il greenbuilding che lo scorso anno è stato premiato con la certificazione del Passive House Institute, l’unico istituito in grado di rilasciare una certificazione ecologica riconosciuta a livello globale. I 320 mq dell’innovativa bioarchitettura hanno raggiunto un livello di efficienza estremamente elevato, combinando le numerose soluzioni progettuali passive con la scelta di impianti e sistemi “attivi” per la produzione di energia rinnovabile.

Trasformare il sistema di sviluppo urbano di Gaziantep in un modello di pianificazione proprio delle città turche, potrebbe rappresentate una vera e propria svolta per il Paese, che ad oggi importa circa il 75% del fabbisogno energetico. Optare per le greencity permetterebbe di ridurre i costi energetici domestici del 50-70% arrivando ad un risparmio economico molto vicino ai 6 miliardi di dollari, una cifra che ampiamente giustifica l’incremento iniziale dei costi di realizzazione delle bioarchitetture rispetto alle costruzioni tradizionali.


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